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Residui di farmaci veterinari in prodotti alimentari

veterinary flat infographic    La progressiva crescita nella domanda di alimenti proteici ha determinato negli ultimi decenni un immediato sviluppo del comparto zootecnico sia in termini di selezione degli animali sia in termini di miglioramento delle tecniche di produzione. Per ottenere il massimo risultato nel minor tempo possibile tale incremento è avvenuto anche  attraverso il ricorso “illecito” alla somministrazione di sostanze diverse da quelle alimentari, quali farmaci, additivi ed ormoni.

Storicamente le molecole  maggiormente utilizzate per incrementare il rendimento delle produzioni zootecniche, sono state e sono i prodotti ad azione ormonale ed antiormonale, gli antibiotici, i beta-agonisti, il cui impiego, purtroppo, comporta seri rischi igienico-sanitari per la salute del consumatore.

E’ importante ricordare che per prevenire e curare le malattie degli animali è consentito nel nostro paese l’impiego di una vasta serie di molecole “autorizzate”; tale pratica, tuttavia, non avviene in maniera incontrollata ma è sottoposta ad un puntuale monitoraggio da parte dei medici veterinari del Sistema Sanitario Nazionale (#farmacosorveglianza#). E’vero infatti che la normativa comunitaria prevede che qualora sia necessario utilizzare un farmaco in allevamento questo debba essere debitamente prescritto dal veterinario e che sia rispettato il “tempo di sospensione” ossia quel lasso di tempo sufficientemente lontano dalla somministrazione, tale da garantire che il farmaco utilizzato non permanga come residuo nelle derrate alimentari. La durata del tempo di sospensione è legata essenzialmente al tipo di farmaco impiegato, al metabolismo della specie animale a cui viene somministrato e alla via di somministrazione impiegata.

Il problema del controllo dei residui di farmaci negli alimenti di origine animale è all’attenzione delle Autorità da tempo: negli ultimi decenni il legislatore ha emanato una serie di normative allo scopo e l’Italia è stato tra i primi paesi dell’Unione Europea ad adottare provvedimenti restrittivi. Risalgono, infatti, agli anni sessanta i primi divieti relativi all’utilizzo di sostanze ad azione ormonale e tireostatica.

Dal 1988 è in vigore in Italia un piano di controllo specifico sulla presenza di residui di farmaci leciti e illeciti in tutti gli alimenti di origine animale. Il Ministero della Salute pianifica annualmente un elevato numero di controlli per ciascuna regione. I campioni vengono inviati ai laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, quali centri di competenza per il controllo ufficiale degli alimenti individuati dal Sistema Sanitario Nazionale secondo quanto previsto dal Regolamento (CE) 882/2004 (pacchetto igiene).

Alla fine di ogni anno viene elaborata una relazione sui risultati ottenuti dai controlli che il Ministero pubblica sul proprio sito a disposizione dei cittadini. Link Ministero

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