“La direttiva 95/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (recepita, in ambito nazionale, dal decreto ministeriale 209/96), stabilisce un elenco di additivi alimentari che possono essere usati nell’Unione europea e le relative condizioni d’impiego. Successivamente all’adozione della direttiva 95/2/CE, si è verificato un ulteriore sviluppo della tecnica nel settore degli additivi alimentari. È opportuno quindi modificare la direttiva per tener conto di tali sviluppi.”
Così esordisce la direttiva 2010/69/(UE) (testo integrale nelle Note Finali), contenente una serie di modifiche relative all’impiego di additivi alimentari, in funzione di esigenze specifiche relative a particolari ambiti produttivi.
Tali modifiche, come è noto, dovranno essere recepite all’interno della normativa nazionale; data la loro ampiezza, riteniamo peraltro utile segnalarne sin d’ora alcune, riportando brani tratti dai considerando della direttiva in oggetto.
A norma della direttiva 95/2/CE sono autorizzati per una varietà di usi i seguenti stabilizzanti: agar (E 406), carragenina (E 407), farina di semi di carrube (E 410), gomma di guar (E 412), gomma di xantano (E 415), pectine (E 440), cellulosa (E 460), carbossimetilcellulosa (E 466), amido ossidato (E 1404), fosfato di monoamido, fosfatato (E 1413), fosfato di diamido acetilato (E 1414), amido acetilato (E 1420), adipato di diamido acetilato (E 1422), amido idrossipropilato (E 1440), fosfato di diamido idrossipropilato (E 1442), ottenilsuccinato di amido e sodio (E 1450), amido acetilato ossidato (E 1451) e mono e digliceridi degli acidi grassi (E 471).
Il comitato scientifico per l’alimentazione umana ha stabilito una dose giornaliera ammissibile (ADI – Acceptable Daily Intake) «non specificata» per questi additivi alimentari, che quindi non presentano rischi per la salute dei consumatori. Esiste l’esigenza tecnologica di estendere i loro impieghi ai prodotti a base di latte non aromatizzati, ottenuti con fermenti vivi e ai loro succedanei con un tenore di grassi inferiore al 20 % per garantire la stabilità e l’integrità dell’emulsione. Un tale uso sarebbe vantaggioso per il consumatore che avrebbe a disposizione una scelta di prodotti a base di latte fermentato a ridotto tenore di grassi e con proprietà simili a quelle del prodotto normale. È quindi opportuno autorizzare questo uso supplementare.
Nel 1990 il comitato scientifico per l’alimentazione umana ha valutato il lattato di sodio (E 325), il lattato di potassio (E 326), l’acetato di potassio (E 261), l’acetato di sodio (E 262i) e l’idrogeno acetato di sodio (E 262ii). Poiché questi elementi sono tutti presenti naturalmente come componenti degli alimenti, il comitato ha concluso che le stime dell’assunzione sarebbero probabilmente trascurabili rispetto all’assunzione mediante fonti naturali. Quindi tali additivi sono stati classificati come «gruppo ADI non specificato». Di conseguenza tali additivi alimentari sono generalmente consentiti per l’uso in tutti gli alimenti ad eccezione di quelli indicati all’articolo 2, paragrafo 3 della direttiva 95/2/CE. È stato proposto di estendere l’uso di questi additivi alimentari alle preparazioni preconfezionate di carne macinata fresca per controllare la crescita dei patogeni microbici, ad es. listeria o E. coli O157. In base alla giustificazione tecnologica e tenendo contro che questo uso non presenta alcun rischio per la sicurezza, è opportuno consentire l’uso supplementare di questi additivi alimentari nelle preparazioni preconfezionate di carne macinata fresca.
A norma della direttiva 95/2/CE è autorizzato l’uso dei sorbati (E 200, E 202, E 203) e dei benzoati (E 210, E 211, E 212, E 213) come additivi alimentari. Un uso supplementare di questi additivi alimentari come conservante è proposto per i surrogati di prodotti ittici a base di alghe (surrogatidi caviale a base di alghe), utilizzati come farcitura di vari alimenti, per impedire la crescita di muffe e fermenti e la formazione di micotossine.A queste sostanze è assegnato un’ADI di 0-25 mg/kg bw e 0-5 mg/kg/bw rispettivamente. In base allo scenario più sfavorevole con l’uso delle concentrazioni massime, le stime dell’assunzione sono molto basse rispetto all’ADI. L’esposizione del consumatore in seguito a un tale uso non desta preoccupazioni per la sicurezza. È pertanto opportuno consentire l’uso supplementare dei sorbati e dei benzoati nei surrogati di prodotti ittici a base di alghe, tenendo conto della giustificazione tecnologica e del fatto che questo prodotto nuovo rappresenta un mercato di nicchia.
È stata presentata una richiesta relativa all’uso dei sorbati (E 200, E 202, E 203) e dei benzoati (E 210, E 211, E 212, E 213) per le birre in fusto cui è stato aggiunto oltre lo 0,5% di zuccheri fermentescibili e/o succhi o concentrati di frutta e che sono servite alla spina. Le birre in fusto possono rimanere collegate al rubinetto per molto tempo. Poiché il fusto non può essere collegato al rubinetto in condizioni sterili è possibile la contaminazione microbiologica del fusto. Ciò costituisce un problema per le birre che contengono zuccheri fermentescibili che potrebbero causare lo sviluppo di microrganismi pericolosi. Quindi per birre alla spina o per birre in cui sono stati aggiunti zuccheri fermentescibili e/o succhi o concentrati di frutta sono necessari agenti antimicrobici. Da un punto di vista dell’assunzione, il consumo alla spina di birre alla frutta rimane marginale e le stime sull’assunzione di sorbati e benzoati, nel peggiore dei casi, dovrebbe essere inferiore alle rispettive ADI. È pertanto opportuno consentire l’uso supplementare di sorbati e benzoati nella birra in fusto contenente oltre lo 0,5% di zuccheri fermentescibili aggiunti e/o succhi/concentrati di frutta.
Per impedire lo sviluppo di muffa sugli agrumi è autorizzato l’uso degli antiparassitari imazalil e tiabendazolo nel trattamento post raccolta. I sorbati (E 200, E 202, E 203) possono essere utilizzati per sostituire, in parte o completamente, questi antiparassitari nel trattamento degli agrumi.I sorbati possono essere applicati sulla superficie di agrumi freschi non sbucciati mediante le cere autorizzate: cera d’api, cera di candelilla, cera di carnauba e gommalacca (E 901, E 902, E 903 ed E 904 rispettivamente). L’esposizione del consumatore a questi additivi mediante l’uso proposto non desta preoccupazioni per la sicurezza. È quindi opportuno autorizzare questo uso supplementare.
L’EFSA ha valutato le informazioni sulla sicurezza d’uso degli estratti di rosmarino usati come antiossidanti negli alimenti. Gli estratti di rosmarino vengono prodotti dal Rosmarinus officinalis L. e contengono diversi composti che hanno funzioni antiossidanti (principalmente acidi fenolici, flavonoidi, diterpenoidi e triterpeni). Sebbene i dati tossicologici sugli estratti di rosmarino fossero insufficienti per consentire all’EFSA di istituire un’ADI numerica, nel suo parere del 7 marzo 2008, (vedi Note Finali)l’EFSA ha ritenuto sufficientemente alto il margine di sicurezza per concludere che l’esposizione alimentare mediante gli usi e i livelli d’uso proposti non desta preoccupazioni per la sicurezza. Gli estratti di rosmarino possono quindi essere autorizzati nei casi in cui vi sia una giustificazione tecnologica per l’uso. È opportuno autorizzare gli usi proposti degli estratti di rosmarino come antiossidante e di attribuire il numero E 392 agli estratti di rosmarino.
Il siero di latte è un sottoprodotto della produzione del formaggio. Alcune bevande contenenti siero di latte sono state sviluppate per contribuire ad una dieta sufficientemente ricca di proteine. Per mantenere in sospensione le proteine durante il trattamento di queste bevande i fosfati devono essere a livelli superiori rispetto a quelli per le normali bevande aromatizzate non alcoliche. È opportuno autorizzare i fosfati nelle bevande contenenti siero di latte destinate agli sportivi.
Altre modifiche riguardano: sorbati e benzoati in miscele vitaminiche; solfiti nella frutta fresca; nisina nelle uova liquide; dimetildicarbonato in alcune bevande a ridotto tenore di alcol; fosfati nelle bevande contenenti siero di latte e destinate agli sportivi; cera d’api nei wafer preconfezionati contenenti gelato; citrato di trietile ed alcol polivinilico (E 1203) nelle compresse di integratori alimentari; gomma cassia (E 427) come addensante e gelificante; L-cisteina nei biscotti per lattanti e per la prima infanzia.
NOTE FINALI, per approfondire:
Alfredo Clerici
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