In occasione della Giornata europea (18 novembre) e della Settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici (18-24 novembre 2023) il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) pubblica i rapporti annuali “Antimicrobial consumption in the EU/EEA (ESAC-Net)” e “Surveillance of antimicrobial resistance in Europe”.
I rapporti riferiscono i dati dei consumi di antimicrobici (antibiotici, antivirali e antiprotozoari) e delle resistenze nel settore della medicina umana in 29 Paesi europei, registrando “lenti progressi” verso il target di riduzione del 20% entro il 2030 (Raccomandazione UE).
L’ECDC evidenzia tuttavia l’esigenza di “intensificare gli sforzi”, alla luce dei consumi che nel 2022 hanno subito un incremento rispetto al biennio pandemico.
L’antibiotico-resistenza (ABR), cioè la capacità di un batterio di resistere all’azione di un antibiotico, è oggi considerata una seria minaccia per la salute pubblica a livello globale.
L’uso scorretto degli antibiotici è tra le principali cause del fenomeno che rende le malattie infettive di origine batterica resistenti ai trattamenti e difficili da curare.
Inoltre, la resistenza antimicrobica non è solo un problema di salute, ma anche legato ai costi crescenti, che si traducono comunque in maggiori difficoltà nel tutelare la salute delle persone.
A tal proposito, uno studio dell’OCSE, condotto per conto della Commissione UE, ha rilevato che la resistenza antimicrobica costa ai Paesi dell’UE/SEE circa 11,7 miliardi di euro l’anno.
Stella Kyriakides, Commissaria UE per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “La lotta alla resistenza antimicrobica è una priorità per la salute pubblica e una necessità economica. Le cifre sono preoccupanti e dimostrano la necessità di un’azione urgente e ambiziosa. Gli Stati membri, le parti interessate e i cittadini devono collaborare per garantire che siano adottate tutte le misure necessarie per conseguire gli obiettivi concordati”.
In Italia il Ministero della Salute ha lanciato in accordo con l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) una specifica campagna di informazione e sensibilizzazione che, grazie alla collaborazione del Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarà diffusa ampiamente su tv, radio e altri canali di comunicazione.
A differenza del settore umano quello veterinario presenta risultati decisamente più incoraggianti come è possibile evincere dalla Piattaforma ESVAC.
Tale piattaforma analizza i risultati relativi all’utilizzo di antimicrobici negli animali produttori di alimenti conseguiti nel 2022 in 31 Paesi europei con un focus specifico sui dati nazionali di ciascuno.
I dati presenti nel tredicesimo rapporto ESVAC mostrano per l’Italia una riduzione del 57,5%, contro il 53% rapportato in 25 Paesi europei. Soltanto nel 2022 il calo nazionale è stato del 9,2% (+ 5,3% rispetto all’anno precedente).
Questi risultati premiano l’impegno del settore veterinario italiano che ha come punti di forza: il sistema di tracciabilità informatizzato (ricetta veterinaria elettronica) e i target di riduzione del Piano Nazionale contro l’Antimicrobico Resistenza (PNCAR).