Home / Normativa / Circolari, Direttive, Note etc... / Nuovi aggiornamenti legislativi in tema di controllo ufficiale di diossine (PCDD/F) e PCB nei prodotti alimentari, nuovi limiti e livelli di azione

Nuovi aggiornamenti legislativi in tema di controllo ufficiale di diossine (PCDD/F) e PCB nei prodotti alimentari, nuovi limiti e livelli di azione

Dott. Mauro Esposito
UOS Microinquinanti Organici negli Alimenti – Dipartimento di Chimica IZS Mezzogiorno

Con l’emissione dei regolamenti UE 277 e 278 del 2012 è stato completato l’aggiornamento normativo in tema di diossine e PCB iniziato ad agosto 2011 con la pubblicazione della Raccomandazione 516/2011.

Fin dagli anni ‘90, il Consiglio Europeo con il Regolamento quadro n. 315/93 ha stabilito procedure comunitarie relative ai contaminanti nei prodotti alimentari  stabilendo che ai fini della salute pubblica è necessario mantenere il tenore dei contaminanti a livelli accettabili sul piano tossicologico ed armonizzare le misure di gestione. Allo scopo di sviluppare e promuovere  una strategia volta a ridurre la presenza di diossine, furani e PCB nell’ambiente, negli alimenti e nei mangimi, sono stati emessi pertanto, in ambito comunitario, numerosi atti legislativi relativi alle misure da adottare nelle attività di controllo ufficiale.

Per quanto riguarda i prodotti destinati all’alimentazione umana, nel regolamento 466/2001 e poi nel regolamento 1881/2006, sono stati definiti i tenori massimi di taluni contaminanti presenti nelle derrate alimentari. I prodotti alimentari elencati nell’allegato non potevano essere commercializzati se contenenti diossine (PCDD/F) e somma di PCDD/F e PCB-diossina simili in una quantità superiore al tenore massimo indicato nell’allegato medesimo.

Inoltre, separatamente per le diossine e per i PCB diossina-simili, alcune Raccomandazioni della Commissione Europea, per ultima la 2006/88/CE, relative alla riduzione della presenza di diossine, furani e PCB nei mangimi e negli alimenti, hanno introdotto i cosiddetti livelli di azione, strumento ad uso delle autorità competenti e degli operatori per evidenziare i casi in cui è necessario identificare le fonti di contaminazione e prendere provvedimenti per la loro riduzione o eliminazione. negli alimenti.

Parallelamente la direttiva 2002/32/CE vietava l’uso di prodotti destinati all’alimentazione animale che presentassero un contenuto di sostanze indesiderabili, tra cui diossine  e PCB diossina simili, superiore ai livelli massimi contemplati nell’allegato I della medesima. L’allegato II stabiliva soglie d’intervento che come i livelli d’azione, richiedono indagini nei casi di aumento dei livelli di tali sostanze.

Sulla base di questi limiti massimi e livelli d’azione è stata promossa l’esecuzione di monitoraggi su varie matrici alimentari in tutti i paesi membri UE. I dati raccolti negli anni sono stati oggetto di valutazioni scientifiche da parte dell’EFSA e sulla base delle conclusioni contenute in alcuni specifici report sono stati riesaminati i livelli d’azione e i limiti massimi per PCDD/F e dl-PCB, considerando anche i PCB non diossina simili come contaminanti da tenere sotto controllo.

Uno dei punti fondamentali in questo aggiornamento normativo è l’adozione, nel calcolo del TEQ, dei nuovi fattori di tossicità equivalente (TEF) elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) nel 2005 in un seminario dedicato al loro riesame dopo che nel 1998 erano stati fissati i primi valori. Il concetto di TEF è stato introdotto per poter sommare la tossicità dei diversi congeneri delle diossine o dei PCB diossina-simili che presentano un diverso livello di tossicità così da agevolare la valutazione del rischio e il controllo normativo. Ciò significa che i risultati analitici relativi a tutte le diossine e a tutti i PCB diossina-simili che suscitano preoccupazione sotto il profilo tossicologico devono essere espressi mediante un’unità quantificabile, ovvero in tossicità equivalente di TCDD (TEQ). Nel 2005 quindi sono stati modificati alcuni valori di TEF, in particolare per quanto concerne i congeneri octa-clorurati, i furani penta-clorurati e i PCB. I dati sugli effetti dei nuovi valori TEF e sulla presenza di tali sostanze negli alimenti sono stati oggetto di una recente valutazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) “Results of the monitoring of dioxin levels in food and feed”. Nella relazione dell’EFSA infatti si evidenzia come i valori delle diossine (PCDD/F) e dei dl-PCB calcolati secondo questi nuovi TEF porterebbero a una riduzione dei livelli complessivi di diossine del 14% benché l’entità della riduzione sia molto diversa tra le varie categorie di alimenti e mangimi.

In seguito alle valutazioni tecnico-scientifiche, la Commissione Europea nel mese di agosto 2011 ha emesso la Raccomandazione 516/2011/UE in cui si chiede agli Stati membri di eseguire ancora, proporzionalmente alla loro produzione, al loro uso e al loro consumo di mangimi e alimenti, un monitoraggio aleatorio della presenza di diossine, PCB diossina-simili e PCB non diossina-simili nei mangimi e negli alimenti. Nell’ambito di questi controlli, qualora si evidenzi il superamento dei limiti d’azione le Autorità devono avviare indagini per individuare la fonte di contaminazione e prendere provvedimenti per ridurre o eliminare la fonte di contaminazione.

A fine anno 2011, invece è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 320 del 3.12.2011 il Regolamento (UE) N. 1259/2011 della Commissione del 2 dicembre 2011 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi per diossine, PCB diossina-simili e PCB non diossina-simili nei prodotti alimentari. Il regolamento presenta delle sostanziali modifiche ai limiti massimi ammissibili ed è applicato a decorrere dal 1° gennaio 2012.

I limiti massimi per PCDD/F e dl-PCB sono stati abbassati per quasi tutte le matrici; in particolare la somma di diossine (PCDD/F) in latte, derivati del latte, uova e muscolo di bovini e ovini, è passata da 3.0 a 2.5 pg-TE/g di grasso, mentre la somma di PCDD/F e dl-PCB è passata da 6.0 a 5.5 pg-TE/g di grasso per latte e uova, e da 4.5 a 4.0 pg-TE/g di grasso per le carni. Invariato il tenore massimo di PCDD/F nel muscolo e nel tessuto adiposo suino (1.0 pg-TE/g di grasso) mentre si riduce il limite massimo per la somma di  PCDD/F e dl-PCB che passa da 1.5 a 1.25 pg-TE/g di grasso per entrambe le matrici.

Un’altra importante novità di queste modifiche è che sono considerati per la prima volta anche quei PCB che avendo un altro profilo tossicologico e non presentando una tossicità affine a quella delle diossine, sono denominati “PCB non diossina-simili” (ndl-PCB). Tuttavia, tra questi ne sono stati individuati sei, i cosiddetti marcatori o indicatori (PCB 28, 52, 101, 138, 153 e 180) la cui somma comprende circa la metà della quantità totale di PCB non diossina-simili presenti nei prodotti alimentari e nei mangimi. Questa somma è considerata come un marcatore adeguato per la presenza e per la valutazione dell’esposizione ai PCB non diossina-simili e pertanto anche per queste sostanze sono stati stabiliti dei limiti massimi. I tenori massimi dei ndl-PCB sono stati stabiliti sulla base di recenti dati presentati nella relazione scientifica dell’EFSA intitolata “Results of the monitoring of non dioxin-like PCBs in food and feed” (Risultati della sorveglianza dei PCB non diossina-simili nei prodotti alimentari e nei mangimi).

Il regolamento 1259/2011 inoltre, alla luce dei dati di controllo relativi alle diossine e ai PCB diossina-simili nei prodotti alimentari destinati ai lattanti e alla prima infanzia, ha introdotto per la prima volta, dei tenori massimi specifici per questi prodotti fissandoli a 0.1 pg-TE/g per PCDD/F e 0.2 pg-TE/g per la somma di PCDD/F e dl-PCB, entrambi espressi sul prodotto tal quale. Infine, il regolamento UE 1259/2011 ha stabilito dei limiti massimi anche i prodotti alimentari contenenti meno dell’1% di materia grassa che finora erano esclusi dal tenore massimo di diossine e di PCB diossina-simili, tenuto conto del fatto che questi prodotti svolgono di solito un ruolo limitato nell’esposizione delle persone ma che, recenti studi hanno evidenziato contenere tenori anche elevati di questi contaminanti

Il Regolamento 1259/2011 è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno Stato membro a partire dal 1° Gennaio 2012 pertanto i risultati degli esami di laboratorio devono essere verificati alla luce dei nuovi limiti.

L’ultimo aggiornamento normativo, del marzo 2012, riguarda infine, i livelli massimi e i valori soglia di diossine e PCB nell’alimentazione animale e i requisiti da rispettare per il campionamento e le analisi di laboratorio. Il Regolamento (UE) n. 277/2012 della Commissione ha modificato gli allegati I e II della direttiva 2002/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi e le soglie d’intervento relativi alle diossine e ai policlorobifenili.

La modifica dei livelli massimi per le diossine e i PCB diossina-simili e la fissazione dei livelli massimi per i PCB non diossina-simili nella direttiva 2002/32/CE nonché l’esigenza di aggiornare i criteri per i metodi di screening hanno reso necessaria una modifica delle norme relative alla determinazione delle diossine e dei PCB negli alimenti per animali contenute nella parte B dell’allegato V del regolamento (CE) n. 152/2009. A tal fine è stato emesso il regolamento (UE) n. 278/2012 a modifica del regolamento (CE) n. 152/2009 della Commissione, del 27 gennaio 2009, che fissa i metodi di campionamento e d’analisi per i controlli ufficiali degli alimenti per gli animali e definisce i metodi per la determinazione dei livelli di policlorodibenzo-p-diossine (PCDD), policlorodibenzofurani (PCDF) e policlorobifenili (PCB) diossina-simili negli alimenti per animali.

L’imponente sforzo legislativo dell’ultimo anno in materia di aggiornamento della normativa in tema di diossine e PCB conferma quindi, che gli standard di garanzia della sicurezza alimentare sono sempre più elevati e stringenti e che l’impostazione generale emersa con la pubblicazione del libro bianco del 2000 ed espressa dal concetto “from farm to fork” si conferma come la soluzione più efficace ai problemi che la globalizzazione dei consumi e del commercio ha reso sempre più importanti.

Skip to content