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RAPPORTO EFSA: INFLUENZA AVIARIA ALTA PATOGENICITA’(HPI) – DIFFUSIONE IN EUROPA

Un recente rapporto EFSA sull’HPAI ha segnalato  il riscontro di circa 1 000 casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in Europa tra l’8 dicembre 2020 e il 23 febbraio 2021. La maggior parte dei rilevamenti ha interessato gli allevamenti di pollame, ed a seguire gli uccelli selvatici ed i volatili in cattività.

Già a fine settembre 2020 l’EFSA aveva allertato le autorità comunitarie sulla possibile ricomparsa della patologia in seguito al rinvenimento di numerosi focolai in Russia e Kazakistan.

L’irrigidimento delle temperature nel corso dell’inverno ha favorito la migrazione di stormi di uccelli verso luoghi più caldi spingendoli a sorvolare sui territori europei (direttiva euroasiatica) con conseguente comparsa di contagi dapprima nei selvatici e successivamente anche negli avicoli di allevamento.

I paesi più colpiti sono risultati: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito.

In Italia attualmente come riportato dai bollettini del centro di referenza (Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie), si segnalano solo alcuni focolai in particolare nei territori del Nord Est (Friuli e Veneto) ed in Emilia Romagna, sia in animali selvatici che di allevamento.

La compromessa salute di polli, anatre, tacchini ed altre specie selvatiche, mettea rischio la sopravvivenza di intere filiere dell’agroalimentare già danneggiate, a vario titolo, dall’attuale pandemia da coronavirus.

I numerosi rilevamenti segnalati ad esempio in Francia tra le anatre ha causato gravi danni al settore produttivo del foi gras. Allo stesso modo l’infezione sta avendo serie ripercussioni sul commercio delle uova specie in Polonia, primo Paese a livello continentale per produzione di pollame e uova.

Un altro importante rischio, da non sottovalutare, è lo “spill over” ovvero il possibile salto di specie.

In Russia sono stati segnalati i primi contagi umani di influenza aviaria del ceppo H5N8. I casi confermati in persone che hanno maneggiato polli in un impianto di lavorazione sono stati sette. I pazienti sono risultati asintomatici, la situazione è costantemente monitorata e attualmente sotto controllo.

Per il momento si esclude la trasmissione diretta da persona a persona. Ma vista la grande capacità di mutare di questi virus, l’attenzione va mantenuta alta.

Per quanto riguarda i sierotipi virali, il ceppo più diffuso è l’H5N8; sono attenzionati tuttavia anche i ceppi H5N5 e H5Nx. Nel pollame il sierotipo H5N8 è risultato essere il più pericoloso (40 casi su 43).

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